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La Cosmetica
La legge italiana dell’undici ottobre 1986 recita così: “per prodotti cosmetici si intendono le sostanze e le preparazioni, diverse dai medicinali, destinate a essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o mantenerli in buono stato”. In effetti il modo asettico, cristallino e adamantino con cui la legge italiana classifica i prodotti cosmetici trova radici ben più profonde nella storia che quelle risalenti a quasi quarant’anni fa.

La cosmetica è sempre esistita, fina dai tempi dei Sumeri, per i motivi descritti dalla legge italiana ma soprattutto ha avuto un ruolo sociale fin troppo essenziale nella storia. La cosmetica è sempre servita da amplificatore e correttore degli aspetti corporei dell’essere umano. Il ciclo biologico naturale dell’essere umano spinge inevitabilmente verso l’accoppiamento, prima per propria soddisfazione e poi per procreazione.

Così come il mondo “vegetale” e il mondo “animale” anche noi essere umani abbiamo i nostri “riti” prima dell’accoppiamento o dell’impollinazione. Così come le piante, che non praticano l’autoimpollinazione, attraverso i colori e gli odori attirano gli agenti esterni che più o meno consapevolmente trasporteranno il polline dalla parte maschile alla parte femminile della pianta. Grazie alla cosmesi gli esseri umani amplificano o celano i propri colori e i propri odori.

Si potrebbe pensare a un fiore che si schiude e sfoggia i suoi colori più sgargianti per far avvicinare agenti esterni che trasporteranno il polline alla parte femminile della pianta soddisfacendo in questo scambio le loro esigenze tipo il nutrirsi; e ora si potrebbe pensare ad un essere umano che si prepara per un incontro con un altro essere umano. Si può riflettere sulla cura che impiega nel pettinarsi, profumarsi, radersi o curare la barba, sbiancare al massimo i propri denti e molto altro: tutte queste “operazioni” di “esaltazione della propria bellezza” prevedono l’uso di cosmetici.

Tornando ai tempi più remoti, quelli dei Sumeri, troviamo graffiti che riproducono il bagno delle donne prima della conoscenza. La conoscenza è esattamente quella biblica cioè la conoscenza carnale. Allora molte schiave o subordinate preparavano la padrona al suo primo accoppiamento iniziando con il lavaggio, passando poi per il massaggio e terminando con acconciatura e trucco; seguiva poi il rito della vestizione.

Stesso succede oggi alla Sposa!!!!!

In realtà con modalità diverse tale “rito”, anche nella parte “maschile” si è spinto fino ai nostri giorni passando per tutte le civiltà, le religioni, le epoche e le razze. Per assurdo ancora oggi in alcune parti del mondo c’è il “rito” di preparare le persone vergini al loro primo accoppiamento e, guarda caso, usando dei cosmetici.

Così i cosmetici come il mangiare e il vestire ci accompagnano da quando si ha traccia dell’homo sapiens.

È un fatto straordinario!!!!!

Pochi pensano che gli esseri umani con la “clava” oltre mangiare e coprirsi con le pelli degli animali usavano anche dei cosmetici. Forse non lo riusciamo a focalizzare bene questo fatto perché per noi i cosmetici sono quelli dei rivenditori e non, magari, le foglie essiccate di una pianta, una radice di una pianta, o la semplice argilla e acqua.

Già la cosmetica è così vecchia di oltre 4000 anni e nel 2021 il fatturato mondiale ha raggiunto lo storico traguardo dei 500 miliardi di euro posizionandola tra i primi dieci mercati mondiali per fatturato.

Alcuni “riti” legati alla cosmetica sono ancora fortemente presenti oggi. Se pensiamo all’uso del colore rosso che rappresenta passione, sangue, guerra e tradimento lo troviamo nei prodotti cosmetici più venduti al mondo che servono a mettere in risalto le zone più sensuali del corpo: rossetto per le labbra, smalto per le unghie delle mani e dei piedi, tintura per capelli. Da qui in poi potremmo continuare parlando degli ombretti per mettere in risalto gli occhi, i capelli biondi che rievocano miti storici e infine, cosa più importante, la cura della pelle.

La pelle è l’organo più esteso del corpo ed è più o meno sensibile in ogni zona quindi la sua cura è quasi maniacale perché durante l’accoppiamento è il principale veicolo delle sensazioni di piacere. Dalla depilazione, all’idratazione, al rassodamento vengono usati preparati cosmetici da sempre: creme, unguenti, pomate, cataplasmi e impacchi.

Con il trascorrere del tempo in questi “riti” si è perso, o perlomeno è notevolmente diminuito, il tempo e il silenzio che le persone dedicavano a loro stesse durante l’uso di tali prodotti. Agli albori della memoria storica quando gli esseri umani facevano questi “riti” di abbellimento e pulizia soli, o con altre persone che li aiutassero, stavano in silenzio e godevano di quei momenti anche solo per parlare con loro stessi e per raggiungere un benessere psico-fisico che li allontanasse dai loro stress. Sfortunatamente oggi questo ritmo biologico è in contrasto con il ritmo della vita e quindi malgrado i professionisti che ci fanno questi “riti”, tipo parrucchiere, estetista, manicure, pedicure, non riusciamo facilmente “a staccare la spina”.

Grazie all’aiuto delle piante contenute nei cosmetici e dai piccoli “fai da te” possiamo anche ritrovare quel “nostro” tempo che ora, come allora, è il nostro bisogno principale perché, come spesso si dice, non possiamo piacere agli altri se non piacciamo a noi stessi e non possiamo donarci agli altri se non abbiamo equilibrio interiore.

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